giovedì 13 marzo 2014

Cena di gusto


Cena relax sapientemente preparata da Katia.
A tavola sono apparse le caserecce del grande Mauro Musso, valorizzate da un sugo a base di crostacei, crostacei che hanno preso parte anche al secondo atto del convivio.
Il tutto esaltato da un’ottima bottiglia del levante ligure, precisamente il Giuncàro dell’azienda Santa Caterina di Sarzana, un sapiente mix di tocai e sauvignon. 
Un vino che fermenta spontaneamente, grazie ad un pied de cuve ottenuto attraverso una piccola vendemmia anticipata, e matura per tutto l’inverno in vasche di acciaio fino all’imbottigliamento.
Al di là dei tecnicismi, il vino che arriva sulla tavola si presenta di un giallo oro, leggermente torbido, caratteristica di questi vini non filtrati, profuma il bicchiere con il suo aroma fruttato, intenso, dove riconosco tra il bouquet floreale, una spiccata nota di pesca.
Presenta un’ importante impronta alcolica controbilanciata dalla maestosa dote sapida che si esalta con le pietanze di pesce e crostacei, ottimo anche come aperitivo.
Preferisco degustarlo non troppo freddo per assaporate a pieno tutti i profumi.
Che dire, una bella serata.



lunedì 24 febbraio 2014

Un giro al weekend della degustazione

Eccoci al weekend della degustazione, manifestazione di lungo corso che ho conosciuto ai tempi dello sferisterio di Via Palermo, in quell’occasione patrocinata dall’ONAV Lombardia.
Ma torniamo ai giorni nostri, venerdì pomeriggio, il secondo giorno della rassegna, faccio un salto al Marriott Hotel di via Washington, nella hall fervono i preparativi in attesa del pubblico che da lì a poche ore arriverà per conoscere/ritrovare alcuni produttori di vino scelti tra le realtà nazionali.
La sala e le aziende si propongono come momento ideale di incontro reale tra domanda e offerta, tra consumatori e produttori, secondo schemi oramai collaudati.
Sono presenti una trentina di imprenditori del vino e non solo, realtà di piccole e medie dimensioni, ma con un occhio di riguardo per la qualità dei loro prodotti, una grande sagra per la degustazione di oltre 300 etichette, presentate dagli stessi artigiani.
Tra gli assaggi mi ha particolarmente colpito l’azienda Fenech che produce dei vini Bio. Di cui ho assaggiato la malvasia delle Lipari.
Un vino accattivante, dal colore giallo dorato, con una bella ampiezza di profumi un floreale di fiori appassiti albicocche fichi secchi una nota di miele e d'erbe aromatiche mediterrranee.

Bella rassegna, se posso suggerire qualcosa, abbasserei il prezzo d’ingresso per allargare ad una platea maggiore, sia di produttori che di pubblico, magari scegliendo una location meno prestigiosa, ma un po’ più calda, come si confà ad aventi del genere.




mercoledì 19 febbraio 2014

Appuntamenti del weekend

Weekend che si presenta interessante per Milano e Roma.
Nella capitale economica ci sarà il weekend della degustazione, giunto alla 22 edizione, mentre in quel di Roma ci saranno i vignaioli con la loro rassegna, con la mitica presenza delle Donne del castello Conti (ci siete mancate a Reggio Emilia) :-)
Che dire, un intenso fine settimana di "spirito".

Riprendiamo...

da dove avevamo interrotto...
Eccoci, vicessitudini varie ci hanno tenuto lontano dalla cantina virtuale e anche da quelle reali... ma é una lunga storia...
Bando alle ciance e via con il mio primo appuntamento del 2014 in quel di Reggio Emilia, dove "la Fonderia" ha ospitato la rassegna Sorgente del Vino, oramai giunta alla 6° edizione, che ospita vignaioli particolari, agricoltori convinti che «il lavoro che segue le leggi della natura ha un sapore diverso», come spiegano gli organizzatori. La manifestazione è magistralmente organizzata dall'associazione Echofficine.
Sono presenti 150 vignaioli, sia italiani che esteri con più di 800 vini che rappresentano un’enorme vetrina per degustare e, soprattutto, per acquistare delle eccellenze non facilmente reperibili nel mercato dei prodotti "omologati".
Per me è un appuntamento immancabile, occasione per incontrare vecchi amici e conoscerne di nuovi, senza tralasciare il palato.
L'ingresso non poteva svolgersi meglio di così... incrociamo subito Antonello e Dino, stoici produttori di Calabria dell'azienda l'acino, accompagnati per l'occasione dal professor Sculli, l'illuminato docente che stà cercando di costruire un museo della vite e del vino tipici della zona ionica.
Saluti di rito, qualche biscotto del fornaio anarchico e iniziamo il giro di cavatappi...
Dei nostri mi stupiscono sempre i rossi, di grande struttura come il Toccomagliocco, magliocco in purezza  che crea un vino molto elegante e fine, con spiccati aromi di frutta secca, gusto morbido, buona alcolicità. Un vino da bere, ma soprattutto da invecchiare.
Di pronta beva meglio il Chora rosso, un ottimo blend di Magliocco, Guarnaccia nera e Greco nero, vino equilibrato con sentore di frutti rossi e un'ottima mineralità.
Sono curioso di provare l'ultima creazione, lo strampalato... il nome é già un buon inizio.

Prima tappa da Elisabetta Foradori, assaggio delle sue nuove creazioni e iniziamo lo shopping con una bottiglia di Teroldego e una di Granato, teroldego nella sua massima espressione.
Una partenza scoppiettante, che continua sul versante opposto con gli Sloveni Cotar e Klinec con i loro bianchi carsici... malvasie, sauvignon e tokaji. Tra tutti mi hanno colpito le malvasie secche, decise, all'aroma intenso ed elegante di frutta esotica matura. I bianchi che preferisco.
Si prosegue saltando tra i banchi dei vignaioli, 4 chiacchere, un assaggio d'olio e poi vengo catturato da una bottiglia di pinot nero della val trebbia.
Una strana location, secondo gli standard canonici, ma il prodotto dell'azienda Casé é veramente interessante, soprattutto il Riva del ciliegio, che l'amico Alberto, tra un assaggio e l'altro ci racconta.
Scopro così che sono vicini di Denavolo, che tosto raggiungiamo per cercare qualcosa di nuovo tra i loro prodotti.
Resto impressionato da un merlot, stranamento un vino rosso nella loro produzione da sempre votata alle uve a bacca bianca, come malvasia di Candia aromatica, ortrugo, marsanne e altre varietà autoctone dei Colli Piacentini.
Già al promo sorso si capisce il marchio di “fabbrica dell’azienda”, vino naturale, che ricorda gli orange wine. Un acquisto imperdibile.
Il giro prosegue con un assaggio di tajarin di Mauro Musso, che questa volta ci abbina un pesto stratosferico, condimento che richiama un vino bianco.
Tosto arriva in aiuto l’amico Stefano Gualdora che gentilmente ci porge un bicchiere di Blanca, Malvasia di Candia, piacevolmente aromatica che ben si presta a pulire il palato per degustare delle new entry Spagnole, ospitate nello stand del nostro.
Mi ha colpito il Nuestra Selección dell’azienda Madrilena, Manuel Manzaneque, una miscela di Cabernet Sauvignon, Tempranillo e Merlot, dall’aroma profondo con una buona espressione di frutta matura e raffinati elementi tostati.
Che dire, una bella scoperta per me che prediligo la produzioni a Km zero.
Nella chiaccherata si inserisce anche il vicino di Gualdora, il Tirelli da Costa Vescovato, ti cui conosco e apprezzo il Barbera Terrapura, un grande rosso dal sapore asciutto, pieno, fieramente ben bilanciato. Un vino importante che si presta volentieri all’invecchiamento che permette di scoprire la sua metamorfosi di anno in anno, se acquistato nella giusta quantità, e se si resiste alla tentazione di stappare una sola bottiglia alla volta. :-)

Km quasi zero la fermata successiva da AR.PE.PE vignaioli valtellinesi.
Tra tutta la produzione, preferisco in assoluto il Sassella Rocce Rosse, che rappresenta, almeno per me, tutto il carattere austero ed entusiasmante dei nebbiolo.

Mi sono tenuto per concludere in bellezza, la cantina Altomonte di Palizzi, che come dice Nino, é il comune più a sud dell'Europa continentale.
Interessante il rosso, una selezione di nerelli autoctoni di grande struttura raffinati al palato. Che dire, una piccola realtà da tenere d'occhio.

Dopo tanto vino passiamo a degustare anche qualche birra.
Ci fermiamo subito dai Piemontesi dell’azienda Carussin, che in una zona votata ai grandi rossi, producono una birra interessante, ad alta fermentazione , non pastorizzata , non filtrata e rifermentata in bottiglia. Caratteristica prncipale é l’impiego di due malti chiari e quattro luppoli di cui uno aggiunto in luppolatura a freddo. Una birra con un retrogusto amaro che per me, la classifica molto dissetante e poco impegnativa anche per accompagnare un panino al volo.
Su questa a breve sentirò in commento del nostro Angelo.

Che dire, é sempre una scoperta e un immenso piacere trascorrer una giornata, rilassante, amichevole e con un ottimo mood come direbbero i creativi.
Ringrazio tutti, organizzatori, vignaioli e partecipanti per la bella esperienza che permette di conoscere e ritrovare una geografia culturale rappresentata da persone concrete che interpretano il lavoro come ragione di vita, con coraggio, e a volte, con incoscienza, con la consapevolezza di “fare la cosa giusta”!
Nota dolente, ci sono mancate le Donne del Castello Contirecupereranno nel prossimo fine settimana in quel di Roma per la rassegna dei vini naturali.

Di seguito qualche scatto della giornata...






mercoledì 6 marzo 2013

Milanesità

e dunque Lombardia sia anche per il vino che accompagna l'appetitosa ricetta presentata oggi dal nostro Master Butcher...
Ci spostiamo però sul lago di Garda, zona di produzione della DOC Garda Marzemino, un vino gentile dal colore rosso brillante con toni violacei dal gusto asciutto, delicato, fresco, con equilibrata persistenza acido-tannica che ben si accompagna con i piatti della tradizione lombarda.

E' un vino che si presta anche alla cottura per brasati, che utilizzo nella preparazione della ricetta del riso al radicchio rosso, rigorosamente Trevigiano, un'altra IGP che rappresenta l'eccellenza Italiana.

Per l'arista...

bollicine.
Si, per la preparazione di Angelo consiglierei un frizzante Lambrusco, rosso secco, dal pigmento fitto e concentrato, con profumi intensi che ricordano le bacche selvatiche e una penetrante vinosità. In bocca è pieno e strutturato dove, dopo l'effervescenza, presenta dei tannini ricchi che danno al palato una notevole franchezza.
Le case vinicole sono tante a cavallo tra Lombardia ed Emilia, suggerisco una DOP tra Viadanese, Salamino, Maestri, Marani, Ancellotta.

 

mercoledì 13 febbraio 2013

Con la lonza

che Angelo propone per un ottimo saltinbocca consiglio un vino rosso, secco e con tannini pronunciati.
L'Italia offre una varietà di DOC con queste caratteristiche, da nord a sud, si potrà scegliere una Barbera, un Merlot, un Chianti o un Nero d’Avola, senza dimenticare il Cannonau.
Personalmente preferisco bere "localmente", scegliendo il "km zero" o il vino della regione originaria della ricetta.
Quindi oggi mi sento di consigliare:
una Barbera ferma dell'Oltrepo Pavese dal colore rosso rubino intenso con un profumo vinoso accentuato dal sapore secco e sapido.
Anche in questo caso, la temperatura di servizio sarà di 18°C, con un  passaggio nel decanter almeno un'ora prima del convivio.
In alternativa, per chi preferisce un vino che sposa la ricetta, resterei nel territorio laziale proponendo l'autoctono Cesanese del Piglio, rigorosamente secco, dal colore rosso rubino granato con profumo caratteristico, delicatamente floreale con aromi di spezie e sottobosco, dal sapore secco su base ampia e vellutata, con i giusti tannini in evidenza, gradevolmente amarognolo e persistente nel finale.
Temperatura di servizio, come per la maggior parte dei vini rossi strutturati, 16-18°. 
Buon appetito.